miércoles, 21 de octubre de 2015

Giovanni Campisi-Italia/Octubre de 2015



AUTORITRATTO

Olivastra pelle
Di origine saracena

 
La bellezza mi è piuttosto aliena
L’altezza non mi somiglia
La favella si assottiglia
La dolcezza mi si confà
Come pure la passionalità
Sono lemmo per natura
Della vita mia faccio cultura
Non sogno la gloria
E neppure la storia
Ma partecipo alla memoria
Dell’umanità
Perché mi sento parte dell’Uno
Come ognuno.
Sono fatalista
E credo nei segni
Leggo nel volo degli uccelli
Mi sento sicuro quando scrivo
In lingua
O nelle lingue del mondo,
Perché da esse ascolto
La voce dell’Uno.
Della cecità dell’uomo
Ho preso visione
E scruto nel profondo
Per capirne le ragioni
Non sono un profeta
Neppure un poeta
Sono soltanto uno che prega
Per te
Per il mondo
Per l’umanità
Per Dio
Affinché preservi la Madre Terra
E l’umanità,
Anche se si sa
Che prima o poi
Tutto questo finirà.
Di me dico poco
Perché non ho nulla da dire
Parlo qualche volta
Per non dire.
Dire e non dire
E come cercare di capire
Dove da capire non c’è niente.
Una fronda, una spiaggia,
Un fiore, una scheggia
Parlano a me
Più di te
Che ora riposi
All’ombra del fico
Ancora carico
Di tutto il ben di Dio.
Questo son io
In questa vita
Ma nell’altra
È ancora tutta aperta la partita.
Leggo un solo libro
IL LIBRO DI MADRE NATURA
Lì ho sempre trovato
Tutte le risposte che ho cercato
E lì vado sempre a cercare
Passato, presente e futuro
Per questo mi appoggio sempre ad un muro di pietra
Prima di leggere la tetra verità
Di coloro che vivono nell’al di qua.

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